OTTANTADUESIMO GIORNO – THE END

Sto scrivendo questa mia ultima pagina di diario su questo splendido viaggio fatto di emozioni, fatiche, freddo e di straordinari incontri e rapporti umani.

Mi sembra così strano scrivere seduto tranquillamente davanti al mio computer al caldo della mia stanza all’interno di casa mia… ma al tempo stesso trovo stupefacente che mi sia sentito “a casa” nei tre mesi appena trascorsi.

Voglio e ritengo doveroso dedicare questa pagina e queste parole a TUTTI voi…
In questi ottanta giorni ho scritto già abbastanza cercando di descrivere immagini ed emozioni di paesi, persone, culture, paesaggi e del mio “io” più intimo.

Non posso fare altro che ringraziarvi dal profondo del cuore… ringrazio tutti gli sponsor che continuano a credere in me aiutandomi attraverso collaborazioni e rapporti sempre più intensi ed entusiasmanti; ringrazio i media, le tv, i giornali le agenzie per l’immenso lavoro svolto in questi tre mesi; ringrazio gli amici e i parenti più intimi che con il loro impegno mi hanno reso la vita più semplice e le fatiche meno gravose; ringrazio i miei genitori, senza il loro aiuto ora non sarei qui a raccontare queste avventure; ma, quest’anno in particolare mi sento di dover ringraziare VOI che mi avete seguito attraverso il mio blog, i social, le tv e i giornali… VOI che mi avete sempre spinto ed elogiato, VOI miei cari amici e sostenitori siete stati e siete parte integrante di queste mie avventure… VOI che con i vostri messaggi e i vostri commenti siete sempre stati capaci di rendere tutto ciò STRAORDINARIO.

Mi ripeto su una parola, una sola che, uscendo dal cuore, racchiude tutto… a tutti VOI: GRAZIE.

Trovo altresì doveroso inserire in questa pagina le splendide foto del mio arrivo in Piazza a Pordenone, punto un cui, è stato coronato un sogno fatto di Emozioni.

Con estremo affetto, un abbraccio e un augurio di un Sereno Natale,
Danilo

SETTANTACINQUESIMO GIORNO

Dall’Ungheria alla Slovenia… questo viaggio si sta oramai consumando.

Tra due giorni entrerò in Italia e tra quattro raggiungerò la Piazza principale della mia bella Provincia.
 Oggi è anche l’ultimo giorno di sosta previsto da programma. A questo punto posso permettermi di tirare le prime somme potendo felicemente ammettere che tutto è andato come studiato e calcolato.

L’impresa in America Latina, South America Extreme, dell’anno scorso, è andata veramente alla grande in tutti i sensi in particolare dal difficile punto di vista logistico. Gestire un’enorme mole di materiali, dalla bicicletta con tutto il necessario, alla canoa col rispettivo materiale al seguito e tutta l’attrezzatura necessaria per scalare una montagna di 7.000 metri per di più solo e spedire su e giù da una parte all’altra del Globo tutto ciò più volte in quattro mesi… non è stato semplice ma tutto è funzionato benissimo, esattamente come per quest’avventura.

L’esperienza mi aiuta sempre più anno dopo anno, avventura dopo avventura ma, oltre ad una buona dose di fortuna, il motivo principale è lo studio e la preparazione meticolosa protratta nei mesi che anticipano la partenza. 
Cercare di calcolare ogni singola evenienza riducendo al massimo i rischi potenziali è la prima e fondamentale regola per iniziare a programmare un’avventura solitaria e non, in zone estreme e difficili per svariati mesi.

Le incognite rimarranno sempre molte, ma se non ci fossero non ci sarebbe neanche lo stimolo per “avventurarsi” in qualcosa di magnifico, di nuovo, di difficile e pericoloso ma sicuramente esaltante.

La Slovenia è indubbiamente uno stato conosciuto da quasi tutti voi che leggete in quanto è “nostra” terra di confine ma, amando profondamente queste terre con i suoi magnifici paesaggi e la bella gente che li popola, vi posso assicurare che è una Nazione ricca di ogni cosa. E’ un vero e proprio paradiso per gli amanti dell’avventura con foreste a perdita d’occhio, animali selvatici, fiumi e splendido mare…
Si trova ad un passo da noi e credo pochissimi si siano avventurati all’interno perdendosi così la parte migliore… la cultura contadina, i buoni vini, la pastorizia e tanti usi e costumi legati alle antiche tradizioni fanno di questo Paese, una perla d’Europa.

Ora mi trovo a Lubiana, probabilmente una delle capitali Europee più a misura d’uomo.
 Città pulita, per niente caotica, con i suoi ben conservati e mantenuti edifici antichi da un lato e splendidi “piccoli” grattacieli in vetro dall’altro.
 Per arrivare fin qui ho deciso di “avventurarmi” attraverso un’incantata foresta parzialmente innervata con una nebbia bassa a fare da contorno. All’interno mi sentivo bene, a mio agio. Solo, tra i miei pensieri e le mie riflessioni.
 Solo la Natura è capace di farti provare simili emozioni, di vivere certi momenti. Chiudere gli occhi e ascoltare rumori che neanche il più complesso strumento elettronico sarebbe in grado di riprodurre.

Tra due giorni rivedrò il mare… il Mar Adriatico.
 L’ultima volta che ho visto e tastato acqua salata è stata quella del Mar Nero, nella lontana costa ucraina.

Invitandovi numerosi al mio arrivo in Piazza XX Settembre a Pordenone alle ore 14:00 di sabato 22 dicembre…
vi abbraccio di cuore.

A presto,
Danilo

SETTANTESIMO GIORNO

Sto guardando questo mio portatile e sullo schermo il pannello di gestione del mio sito web e del blog… non mi sembra vero essere qui a scrivere una delle ultime pagine su questa mia avventura attraverso l’Europa più “lontana” da noi, in parte più suggestiva, sicuramente la più selvaggia.

Ho raggiunto ieri il confine con la Slovenia anche se ho deciso di fermarmi un giorno, l’ultimo, in Ungheria.
 Da Budapest, dove ho aggiornato l’ultima volta questo diario, ho attraversato l’altra metà dell’Ungheria compiendo così l’attraversata completa del Paese.

Tra la capitale e il confine ho avuto il piacere di scoprire l’intera area del lago Balaton, lo specchio d’acqua dolce più vasto d’Europa. Una zona di una bellezza incredibile a tratti surreale. Sicuramente in primavera inoltrata sarebbe stato più bello e “colorato” ma vi assicuro che anche in inverno il fascino non manca con il lago semi ghiacciato costellato da anatre selvatiche, cigni e gabbiani appollaiati sulla superficie ghiacciata.
Lasciato questo immenso e lungo lago, ho ritrovato le prima montagne. Infatti l’intera Slovenia è ricoperta di montagne e foreste ed avendone raggiunto il suo confine… ho ritrovato le prime salite dopo la Romania.

Ora mi trovo ospite da una famiglia ungherese, il freddo è rigido e la neve non manca.
 Non è sempre così semplice procedere e riuscire a raggiungere l’obiettivo della giornata ma, come faccio ormai da anni, quando si fatica ad andare avanti per vari mille motivi, “spengo” il cervello e procedo.

Il raggiungimento degli obiettivi per me ha sempre la precedenza su tutto, così sono stato formato e questo mi ha e mi sta permettendo di portare a termine progetti e raggiungere traguardi personali, ovviamente anche grazie ad una buona dose di fortuna, senza la quale, non avrei mai fatto nulla.

In pochi giorni raggiungerò Lubiana, e successivamente il fatidico confine italiano!
La bicicletta ha qualche problemino legato al cambio. Purtroppo il fango depositato si è congelato e fatico a procedere. Oggi vedrò di sistemare ciò che potrò. 
Fisicamente mi sento molto bene a parte una leggera ma fastidiosa infiammazione ad un tendine del ginocchio destro. Nessun problema.

Spero che le foto qui sotto rendano onore ad una delle zone naturali più suggestive ed interessanti dell’intera Ungheria.

Un saluto a tutti,
Danilo

SESSANTACINQUESIMO GIORNO

Ieri, dopo quattro giorni di marcia, ho raggiunto il cuore dell’Ungheria, la sua città simbolo per eccellenza, il principale centro amministrativo, culturale e affaristico: la sua imponente capitale.

Budapest non è solo tutto ciò… per il popolo ungherese è molto di più.
 La sua immensa bellezza la rende unica. Estesa su di una tranquilla ansa del Danubio è incastonata tra le Colline di Buda a ovest e la Grande Pianura a est.
 Su questa città mi sono documentato molto e una frase letta prima di arrivarci mi ha colpito ed incuriosito…: “Budapest è un vero gioiello, vanta un gran numero di edifici in stile barocco, neoclassico, eclettico e art nouveau”, in piena sincerità posso solo che confermarla.

Meriterebbe dedicarci svariati giorni per visitarla in modo approfondito. E’ una città straordinaria, a mio avviso molto più affascinate di tante altre capitali europee. Oltre all’aspetto architettonico che pervade anche le molecole d’aria in un sistema quasi magico, Budapest è il fulcro dei divertimenti di tutta l’Ungheria, bar futuristici, romantici ristoranti, discoteche, locali notturni… per non parlare di tutti gli ostelli presenti che oltre ad essere tra le migliori strutture in Europa, offrono anche ottime compagnie e divertimenti.

Vi sembrerò ripetitivo ma veniteci, prendetevi una settimana e scoprite tutte le bellezze di questa città.
 Oggi, malgrado il freddo pungente è stata un’esperinza bellissima. Con il Natale alle porte la città prende colore, si anima… mercatini natalizi, luci dai mille colori in ogni angolo e variopinti decori rendono l’atmosfera surreale. Per non parlare dei suoi ponti… strutture architettoniche in grado di regalarle ancora più fascino. Questi ponti sono le “maglie” che collegano, oltrepassando il Danubio, Pest a Buda.

Venite qui, attraversate il Danubio, camminate lungo le sue sponde magari durante un tramonto e capirete perché Budapest è una città unica, straordinaria e vibrante.
Ma qui ci sono arrivato pedalando attraverso metà Ungheria scoprendo villaggi, pianure e una cultura popolare molto forte.

Il popolo ungherese è un popolo a se, fatico a paragonarlo e sinceramente fatico anche ad inquadrarlo. Enigmatico, silenzioso, preciso e spesso puntiglioso. Un mix tra il ceppo tedesco e quello slavo. 
Dalle foto che vedrete qui sotto non avrete dubbi sul fatto che è arrivato il grande freddo. La neve, caduta abbondante su tutto il paese non mi sta rendendo vita facile. Pedalare e mantenere costantemente il controllo di una bici così carica da una gran lavoro ai nervi. Le strade sono a tratti ghiacciate e ricoperte di neve. Le temperature durante il giorno si mantengono costanti sotto lo zero.

Domani ripartirò in direzione sud-ovest verso il confine sloveno che raggiungerò in quattro giorni. La mia tanto amata Italia s’avvicina sempre più…

A presto amici miei,
Danilo

SESSANTESIMO GIORNO – ROMANIA

Amici miei, ora mi trovo al confine con l’Ungheria ma ancora in terra rumena. 
Oggi ho deciso di regalarmi un giorno di riposo dal momento in cui sono in leggero anticipo sulla tabella di marcia. Sembra quasi mi venga difficile lasciare questa nazione.

Effettivamente, più che per gli altri due stati passati, lasciare la Romania è per me motivo di malinconia e nostalgia, malgrado i giorni per raggiungere l’Italia si possano contare su 4 mani.
 Tra queste magiche terre disseminate di castelli, foreste, vallate e vivaci città, vive un popolo eccezionale. Ho conosciuto persone incredibili, disponibili e sempre sorridenti. Da loro ho avuto molto e per questo li ringrazio, in particolare una persona che mi ha “seguito” dal giorno in cui sono entrato ad oggi, grazie di cuore!

Mi trovavo a Brasov, nel cuore della Transilvania quando ho portato l’ultimo aggiornamento su questo diario… da allora ho visitato e scoperto bellezze incredibili. Castelli dalle mille torri affilate, antichi borghi medievali, caratteristici villaggi sassoni e lasciando le fitte foreste ho pedalato attraverso vallate di un verde intenso punteggiate da pastori e animali al pascolo.

Lungo il percorso ho avuto il piacere di visitare l’incantevole Sighisoara che, oltre ad aver dato alla luce Dracula, è una meravigliosa roccaforte. Girando per le sue vie sembra di tornare indietro di secoli. Case vecchie di 500 anni dai colori vivaci, un labirinto di acciottolate stradine ripide, campane che risuonano già con le prime luci dell’alba… e ancora… chiese, musei, statue e suggestivi panorami.

Durante questi miei viaggi due villaggi mi sono rimasti nel cuore e ad entrambi ci sono arrivato attraversando zone selvagge. 
Sighisoara si trova arroccata su una collina nel mezzo di una fitta ed inquietante foresta che ho attraversato… l’altro villaggio è il polveroso San Pedro de Atacama, alle porte dell’omonimo deserto, in Cile. Raggiungere questa oasi nel mezzo di terre “bruciate” dal sole e scoprire un villaggio così… ti lascia incantato.

Camminare per le sue sabbiose vie è come vivere il far west che noi tutti conosciamo attraverso i film.
 Dopo questa piccola digressione mi sento in dovere di consigliare a tutti di visitare almeno una volta nella vita questo splendido paese così vicino a noi ma che, per mille assurde motivazioni, sembra si trovi dall’altra parte del mondo.

Domani entrerò in Ungheria e in pochi giorni raggiungerò la sua capitale: Budapest.
 Le previsioni meteo non sono delle migliori… mi attenderà vento, freddo, neve e pioggia mista neve. Sono carico e ovviamente molto motivato.
Ringrazio sempre tutti voi per il sostegno.

Alla prossima,
Danilo

CINQUANTUNESIMO GIORNO – TRANSILVANIA

Incontaminate foreste selvagge, caratteristici villaggi, antiche chiese fortificate, castelli gotici, racconti e leggende di fantasmi e vampiri… la Transilvania. Mi trovo in questa mista e magica regione centrale della Romania.

Sinceramente mi diventa difficile trasmettere a parole le emozioni che ho vissuto in questi giorni immerso in quello che da molti è definito: l’ultimo territorio selvaggio del nostro Vecchio Continente.

Poche volte a vita mia mi sono sentito così a “mio agio”. Amando profondamente la Natura selvaggia, non potrei non adorare questi immensi spazi. Pedalare qui è estremamente affascinante, sentire i rumori della foresta, il profumo del legno emanato dagli alberi appena tagliati, ascoltare i rintocchi di campane infisse su antiche torri, apprezzare i mille profumi di cibi speziati attraversando isolati villaggi vicino l’ora di pranzo, percepire l’odore di fumo che già di prima mattina esce dai neri camini delle abitazioni, pedalare accompagnato dai ripetuti “gong” dei campanacci appesi al collo di bovini al pascolo… e ancora… trafiggere la fitta nebbia che ricopre le valli e i boschi, ascoltare il mio respiro affannoso durante le dure salite, ammirare panorami mozzafiato, avere la fortuna di potermi soffermare e “perdermi” tra laghi, torrenti, valli… decido di fermarmi vicino ad un albero, scendo dalla bici, mi siedo a terra, chiudo gli occhi e immagino questi stessi luoghi diversi secoli fa. Carrozze trainate da cavalli, inquietanti creature assetate di sangue, streghe bruciate nei roghi, cavalieri in armatura, fantasmi e vampiri…

Posso comunque confidarvi che molto spesso la realtà supera la fantasia. Questi luoghi vivono di un fascino indescrivibile.

Ora mi trovo a Brasov, città simbolo di questa regione. L’ho raggiunta ieri e oggi andrò alla scoperta di meravigliosi castelli leggendari e tra qualche giorno raggiungerò la città natale di Dracula: Sighisoara. La Transilvania è una regione adatta agli amanti della Natura e dell’avventura, la Romania è un Paese fantastico ma ancora di più lo è il suo popolo.

Un affettuoso saluto a tutti voi che mi seguite.

Danilo

QUARANTASEIESIMO GIORNO – CIAO UKRAINA

Come promesso eccomi a scrivere questa nuova pagina di diario dalla splendida terra del “Conte Dracula”…

Questa mattina sono entrato in Romania passando attraverso la Repubblica Moldova lasciando così, definitivamente, l’Ucraina. Questa pagina voglio dedicarla proprio a quest’ultima importante repubblica…

Dopo ventiquattro giorni, 1.400 chilometri pedalati e decine di villaggi toccati posso dire di aver vissuto una buona parte di Ucraina.
Dalla Russia ci sono entrato via mare con mezz’ora di traghetto. Da subito mi sono confrontato con distese aride e malinconiche, villaggi dove è difficile capire come persone riescano a sopravvivere e dove l’alcool scorre a fiumi.

Lentamente, in sella alla mia “velosiped”, ho raggiunto ed esplorato la bellissima terra di Crimea, quindi le sue coste frastagliate a picco sul mare, i villaggi di pescatori, le montagne ricoperte di fittissimi boschi ed infine il Mar Nero.

Lasciato il mare ho ritrovato le pianure prima e le famose steppe dopo… steppe dove animali vivono liberi e dove i venti corrono senza freni di “barriere”.
 Ho passato e visitato città, più o meno importanti. Un pensiero ad Odessa dove ho anche ritrovato il mare che ho poi costeggiato fino alla fertile zona del Delta del Danubio visitata in barca. Affiancando per ultimo il confine con la Romania attraverso la Bessarabia Meridionale.

Ma in particolare mi sento di dover dedicare questa pagina al popolo ucraino.
 Gente semplice, molto simile al popolo russo anche se più sorridente e spesso loquace. Un popolo abituato a soffrire. Un popolo che sa cosa significa la vera fame.

La storia, la sua storia insegna e permette di capire molte cose e il perchè di certi comportamenti. 
Ho vissuto insieme a loro, ho mangiato con loro, sono stato aiutato da loro, ho riso con loro, ho bevuto vodka con loro e mi sono anche incazzato con loro… ma alla fine questo straordinario popolo è riuscito a trasmettermi emozioni indimenticabili.
L’ucraina è ciò che il suo popolo è.

CIAO UKRAINA.
Danilo

QUARANTATREESIMO GIORNO – Delta del Danubio

L’ultima volta ci siamo lasciati con la bellissima Odessa… in pochi giorni mi sono spinto agli estremi confini dell’Ucraina, attraverso la Bessarabia meridionale. Una zona remota, paludosa, ricca di fitta vegetazione e con un’avifauna unica nel suo genere. Sto parlando della palude più vasta d’Europa: il Delta del Danubio.

Ebbene si, mi trovo proprio qui, immerso in una Natura a tratti selvaggia dove vivono e nidificano pellicani bianchi, cigni, oche selvatiche, sterne, aironi, gabbiani…
Sono arrivato ieri percorrendo una lunga strada sconnessa che mi ha portato fino a Vilkove, piccolo e tranquillo villaggio di pescatori conosciuto anche con il soprannome di “Venezia ucraina” (vi posso comunque assicurare che di simile a Venezia ha una sola cosa: l’acqua!!) e oggi ho approfittato per visitare l’intera aerea a bordo di una piccola barchetta.

Navigando attraverso questo labirinto di canali ho raggiunto il “CHILOMETRO ZERO” ovvero, la parte finale della foce, quindi il Mar Nero, dove questo grande fiume trova sfogo. 
Un luogo suggestivo ed affascinante. Purtroppo questa non è la stagione migliore, fa un gran freddo e il meteo oggi non è stato di aiuto. Non sono riuscito a vedere i pellicani bianchi, peccato.

Pensate che in questa riserva vive il 70% della popolazione mondiale di questa specie.
 Malgrado questo, sono rimasto molto soddisfatto e ho deciso di dedicare questa pagina proprio a questa importante Riserva della Biosfera. E’ un peccato che non molti occidentali decidano di spingersi fino a queste isolate zone dell’Ucraina meridionale…

Domani riprenderò la marcia puntando verso nord. Lunedì entrerò in Romania. Questi saranno giorni delicati in quanto attraverserò il confine più “pericoloso” d’Europa.
Un abbraccio,

Danilo

ODESSA

ODESSA

“Le strade di Odessa sono popolate da prostitute, artisti della truffa, spacciatori di droga e criminali e la città è un polo d’attrazione per turisti del sesso, uomini a caccia di moglie e fannulloni provenienti da ogni parte del mondo”.

Esordisco con questa celebre frase letta su una guida per dirvi che mi trovo nella bellissima e multicolorata Odessa. La mia opinione è molto diversa rispetto alla citazione e ora cercherò di dare un’interpretazione di questa città in modo del tutto personale.

Ci sono arrivato dopo quasi 1.800 chilometri, ci sono entrato attraverso l’arteria stradale principale popolata da un gran traffico di auto, tir e ogni genere di mezzo (direi normale per una città di 1 milione di abitanti), ho vissuto le sue strade, pranzato seduto sui suoi marciapiedi fino a raggiungerne il suo ”cuore”, il centro pedonale.

L’ho girata in lungo ed in largo, l’ho visitata fino ai suoi punti più nascosti, ho parlato con mendicanti, uomini d’affari, studenti e qualche turista. Una città che sta cercando di uscire da anni di difficoltà, una città di porto vivace e ricca di bellissimi locali che servono dei pasticcini dolcissimi e ottimi caffè. Ristoranti dove si possono gustare le più svariate specialità russe ed ucraine. Monumenti dove spicca un’architettura barocca che lascia senza parole. Statue, giardini dai mille colori, viali alberati… e la famosissima Scalinata Potemkin.

Odessa: la città “dei tacchi altissimi”, la città “degli artisti di strada”, la città “degli enormi monumenti” in stile barocco, la città “dei caratteristici cafè” e la città “dei viaggiatori curiosi” zaino in spalla. Camminare tra le sue vie principali è come tornare nell’800, spesso sembra di vivere in un film, questa è per me Odessa.

Ho cercato di fotografare qualcosa di diverso da ciò che si trova nelle solite guide con la speranza di essere riuscito a farvi capire meglio com’è apparsa ai miei occhi questa spettacolare città affacciata sul Mar Nero.

Danilo

TRENTANOVESIMO GIORNO

Ormai la Crimea è lontana. Da alcuni giorni sono entrato nelle regioni dell’Ucraina meridionale resa splendida com’è oggi, dall’imperatrice russa Caterina la Grande. 
Ritenuta da sempre “terra di nessuno”, in quanto interposta tra i Cosacchi e la Crimea.

Queste terre sono ricche di storia, cultura, paesaggi straordinari e città dalle particolari bellezze. Ora mi trovo ad Odessa ma su questa importante città sul mare dedicherò una pagina di diario a parte quindi non mi soffermerò oltre.

In questi ultimi giorni di pedalate ho avuto modo di conoscere la vera cultura contadina. Attraversando molti villaggi ho potuto soffermarmi ad ammirare come ancora molte famiglie vivano in condizioni per noi “disagiate”, ma se andiamo a guardare oltre l’impatto iniziale vi assicuro che si scopre ben altro. Persone, uomini, donne, anziani e bambini che vivono con la terra e per la terra. Gente semplice con un grande cuore mi ha ospitato servendomi cibi preparati con la fatica di giorni… ho mangiato formaggi prodotti in casa con il latte dei propri bovini che ogni giorno portano al pascolo, bevuto il latte caldo appena munto, mangiato carne di gallina e lardo di maiale di animali che vivono a stretto contatto con questa gente… e ho anche bevuto molta vodka fatta in casa.

Tra pochi giorni lascerò questo immenso Paese e ora che ho raggiunto Odessa posso confermare una frase letta tempo fa su una guida: “L’Ucraina è uno degli ultimi, autentici paesi di frontiera europei, una nazione generosa, ricca di tradizioni, di colore e di calore umano, una terra per viaggiatori che amano fuggire dagli itinerari più battuti”.

Posso solo che confermare tutto ciò. La gente è straordinaria, i luoghi affascinati… una terra particolare che consiglio a chiunque di visitare e scoprire in tutte le sue bellezze.
Tre pochi giorni mi avventurerò nelle fertili zone della Bessarabia Meridionale al confine con la Romania; zona racchiusa tra i fiumi Danubio e Dnister, culla della Riserva della Biosfera del Delta del Danubio.

Ho quindi ritrovato il mare che costeggerò nei prossimi giorni di avventure puntando verso ovest e riducendo sempre più la distanza tra me e la mia amata Italia.
Malgrado l’arrivo del freddo siberiano, a tutti mando un caloroso saluto.

Danilo