La seconda importante meta è stata superata con successo. Ho attraversato l’intero Salar de Uyuni in sella alla mia bicicletta. Oggi alle 15.00 ora locale ho raggiunto la polverosa cittadina di Uyuni a trenta chilometri dalla distesa di sale.
Dall’ultima volta che ho dato mie notizie le difficoltà non sono di certo mancate ma nenache le soddisfazioni. Mi sono addentrato in luoghi remoti, attraverso alcune tra le zone più estreme, isolate e desolate dell’intera Bolivia. Sopravvivere non è stato molto facile ma sono felice di essere qua a raccontarlo. Ho lasciato il gelido altopiano boliviano attraversato da lunghe, che sembrano infinite, strade asfaltate per addentrami in zone remote, solcate da piste sabbiose dove i forti venti non trovano alcun ostacolo così che la sabbia, fine come la cipria, viene spostata e spazzata via formando mulinelli e vortici color ocra… vi lascio immaginare in quali condizioni mi sono spesso trovato. In alcuni tratti mi sono trovato in serie difficoltà in quanto non riuscivo a portare avanti la bicicletta, spingendola con tutte le mie forze non si smuoveva da tanato le ruote entravano dentro cumili di sabbia. Difficoltà grandi anche a tenere gli occhi aperti e a respirare in quanto questa finissima sabbia entrava ovunque. Il giorno che ho raggiunto il villaggio di Coqueza, porta d’ingresso al Salar, per percorrere due chilometri di pista ho impiegato la bellezza di un’ ora e mezza. Gli oltre settanta chilogrammi di carico sulla bici si fanno sentire maggiormente in certe situazioni. Coqueza si trova alle pendici dell’imponente vulcano Tunupa. Per questo motivo ho approfittato e ho deciso di fermarmi un giorno per scalare questo affascinante vulcano. Questa decisione l’ho presa per tre importanti motivi: il primo per spezzare un po’ il movimento che da diversi giorni mi teneva legato alla biciletta, il secondo per la curiosità di scalare un vulcano di queste dimensioni e il terzo, il più importante, per fare un primo test d’altitudine in quanto avrei raggiunto la quota di 5.200 metri cioè 200 metri più alto di quello che sarà il Campo 1 che monterò sull’Aconcagua. E’ stata davvero una bella salita in particolare il tratto in cresta anche se la roccia era molto friabile e a tratti pericolosa. Dalla cima la vista spaziava sull’intero Salar de Uyuni. Indescrivibile. La mattina seguente sono finalmente entrato all’interno del Salar. Purtroppo l’ingresso era ricoperto da uno strato di circa 40 centimetri d’acqua per una lunghezza di circa 150 metri. Questo mi ha creato qualche problema. Ho dovuto smontare tutto il materiale dalla bici e a tappe ripetute portarlo da una sponda all’altra ovviamente in sandali e vi assicuro che l’acqua era gelida. Il sale mi ha rovinato la pelle dei piedi e delle gambe, sandali compresi. Tutte fatiche ricompensate dalle indescrivibili sensazioni nel pedalare soli in mezzo ad una distesa bianchissima ed accecante. Emozioni uniche. In assoluto il luogo più affascinante che abbia mai percorso in sella alla mia bicicletta. Caldo torrido di giorno e freddo intenso di notte. Venti fortissimi hanno reso la vita molto difficile alla mia piccola tendina, nel mezzo di questa immensa distesa. Il sale che col vento si appiccica alla pelle sudata…brucia. Ho diverse scottature alle braccia, viso e collo malgrado l’utilizzo di creme ad alta protezione solare. Un ambiente estremo dove mi sono da subito trovato a mio agio. Un’ emozionante traversata senza precedenti. Ora che la seconda tappa è passata la mia mente è orientata verso il Cile che raggiungerò a giorni. Prossima meta, l’arido e inviolato deserto di Atacama. Fisicamente sono stanco e ho qualche acciacco di percorso ma continuerò a spingere al massimo per portare a tutti voi un pizzico d’avventura da queste splendide ed incontaminate terre sudamericane. Conto a breve di dare altri aggiornamenti. Ringrazio tutti coloro che mi seguono in queste mie avventure estreme.
7 commenti su “QUARANTAQUATTRESIMO GIORNO”
DANILO CHE BELLO POTERTI SEGUIRE DA CASA IN QUESTA MERAVIGLIOSA AVVENTURA!!! IL SALAR DEVE ESSERE DAVVERO INCREDIBILE….E SPERO UN GIORNO DI POTERLO PERCORRERE ANCH’IO IN BIKE…INTANTO CONTINUA COSI!!! GRANDISSIMO!!! ALTISSIMO LIVELLO!!!PER ORA LO VIVO NEI TUOI RACCONTI…CHE FANNO AUMENTARE SEMPRE PIU LA VOGLIA DI AVVENTURA CHE C’E IN ME!!
Be de sicuro il sale non ti manca 🙂 per far na pastasutta ehehe .
A parte gli scherzi so che sarai devastato in questi giorni , ma con la tendinite come va ?
Ti e passata un po , spero di si .
Continua cosí che sei un grande danilo , buone avventure .
Flavio
Hola Maurizio, si effettivamente il Salar de Uyuni è una vera meraviglia… spazi così sono solamente ghiacciai perchè i deserti normale solitamente sono increspati da dune o montagne mentre il Salar è una distesa diritta verso l’orizzonte. E’ incredibilmente favoloso.
Si Flavio il sale qui non mancava, infatti una sera durante la preparazione della “cena” (expedition food) all’interno della mia tenda ho constatato che mancava un pizzico di sale per renderla più gustosa… ho messo fuori la mano e il problema si è risolto 😉
Per la tendinite un po’ meglio anche se i terreni molto accidentati mi fanno rimanere costantemente in tensione e questo non mi aiuta di certo..
Comunque sempre avanti!!!
A presto amico mio
Bravo Danilo! questo diario di viaggio è bellissimo….pedala pedala! ;). Sara tua ex collega.
Si Flavio qui il sale non mancava, infatti una sera mentre preparavo la “cena” (expedition food) all’interno della mia tenda ho potuto constatare che mancava un pizzico di sale per renderla più gustosa… ho messo fuori la mano e il problema si è risolto 🙂
Per la tendinite un po’ meglio anche se i terreni molto accidentati mi costringono a rimanere sempre in tensione e questo di certo non mi aiuta.
Comunque sempre avanti!!!
A presto amico mio
Grazie mille Sara… pedalo si tranquilla sfotti 🙂 a presto…
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