DANILO CALLEGARI RAGGIUNGE IL PRIMO OBIETTIVO VERSO “AFRICA EXTREME 2015”

Lignano Sabbiadoro, 10 luglio 2015 – Con il primo test sui 20 km (10,7 miglia) a nuoto, a Lignano Sabbiadoro, è iniziata la grande marcia d’avvicinamento dell’alpinista-esploratore Danilo Callegari verso “Africa Extreme 2015”, l’incredibile avventura che nel prossimo ottobre vedrà nuovamente protagonista il wild iron man friulano.

Callegari, partito con qualche ora di ritardo a causa delle avverse condizioni del mare, ha percorso 20 km a nuoto in 7 ore e 20 minuti (22,60 km reali considerando lo scarrocciamento), approdando, un po’ affaticato e visibilmente emozionato, sulla spiaggia di Lignano Pineta davanti ad un pubblico esultante.

Si è chiuso, dunque, con successo e soddisfazione la prima prova in vista di quella ben più impegnativa che vedrà Callegari impegnato tra Zanzibar e la Tanzania nella prima settimana di ottobre.

“Sono molto contento e ancora più motivato ad andare avanti”, ha dichiarato l’atleta, “fino ad oggi avevo nuotato una distanza massima di 12 km continuativi, ora mi sento pronto ad affrontare l’Oceano, anche se le condizioni, come le correnti e la temperatura dell’acqua – che potrà raggiungere i 28°C – saranno sicuramente diverse rispetto a quelle che ho trovato qui. Oggi, infatti, la situazione era ottimale, anche se a metà percorso il mare è cambiato con una corrente completamente avversa e un’onda corta molto fastidiosa che mi ha rallentato. Non ho avuto cedimenti, salvo al km 14, dove ho avuto un momento di crisi, ma mi è bastato mangiare uno snack per ripartire di nuovo. Quello che mi aiuta è nella mia testa, più che nelle braccia e nelle gambe e questo mi basta per provare ogni volta a superare il mio limite. Questa è la mia filosofia.”

Danilo è stato supportato da Riccardo Carulli – Misterblu (che ha guidato la barca appoggio ); da Claudio Mass (kayaker di appoggio anche per la traversata in oceano per Africa Extreme ); Lorenzo Franco Santin (fotografo ufficiale anche per Africa Extreme ); Andrea Cossu (cameraman ufficiale anche per Africa Extreme ), Massimo Baldassini (supervisore per sponsor Cressi Sub); e a sorpresa la medaglia olimpica Daniele Molmenti (kayaker di appoggio).

I numeri di questo test: Danilo ha consumato 4.256 calorie con 10.509 bracciate, ha bevuto 1,5 lt di integratori e 1,5 lt d’acqua, nuotando ad una media di 1’50”/100mt.

Terza tappa del 7 Summit Solo Project, l’ambizioso progetto con cui Danilo Callegari si propone di raggiungere le sette vette più alte dei 7 Continenti unendo all’impresa alpinistica vera e propria altrettante sfide di outdoor estremo, ‘Africa Extreme’ vedrà Callegari nuotare per 50 km nell’Oceano Indiano da Zanzibar fino alla costa, da lì – attraverso la savana – percorrere una maratona al giorno per 27 giorni per raggiungere le pendici del Kilimangiaro che poi scalerà senza l’ausilio di campi intermedi, ossigeno e portatori fino a raggiungere la vetta per poi ridiscendere l’altro versante.

Proprio per affrontare questa sfida al limite dell’impossibile Callegari ha iniziato da mesi un’intensa e specifica preparazione, assistito da un’equipe speciale – dal dottor Giulio Roi, direttore del centro studi Isokinetic all’ex campione di nuoto Marco Bellino; dal nutrizionista Antonio Benetti al maestro di yoga indiano Raju Paithankache – che l’ha portato fino al test in acqua di Lignano, prima vera prova per verificare l’efficacia del lavoro svolto in questi mesi.

I prossimi appuntamenti saranno a fine luglio per il test di alpinismo Val d’Aosta in alta quota (affronterà un dislivello di 3.000 mt in positivo) e a fine agosto affronterà il test di maratone (4 in 4 giorni).

DANILO CALLEGARI INIZIA DA LIGNANO “AFRICA EXTREME 2015”

Pordenone, 6 luglio 2015 – Con il primo test sui 20 km (10,7 miglia) a nuoto inizia da Lignano Sabbiadoro la grande marcia d’avvicinamento dell’alpinista-esploratore Danilo Callegari verso “Africa Extreme 2015”, l’incredibile avventura che nel prossimo ottobre vedrà nuovamente protagonista il wild iron man friulano.

Dopo l’anteprima agli Xtreme Days di giugno a Sacile, questa volta Callegari si presenta in piena azione al grande pubblico di Lignano che potrà assistere all’ “allenamento” di 20 km nel mare antistante la spiaggia di Lignano Pineta; un allenamento che già di per sé la dice lunga sulle caratteristiche dell’impresa che lo vedrà impegnato tra Zanzibar e la Tanzania nella prima settimana di ottobre.

Terza tappa del 7 Summit Solo Project, l’ambizioso progetto con cui Danilo Callegari si propone di raggiungere le sette vette più alte dei 7 Continenti unendo all’impresa alpinistica vera e propria altrettante sfide di outdoor estremo, ‘Africa Extreme’ vedrà Callegari nuotare per 50 km nell’oceano Indiano da Zanzibar fino alla costa, da lì – attraverso la savana – percorrere una maratona al giorno per 27 giorni fino a raggiungere le pendici del Kilimangiaro che poi scalerà senza l’ausilio di campi intermedi, ossigeno e portatori fino a raggiungere la vetta per poi ridiscendere l’altro versante.

Proprio per affrontare questa sfida al limite dell’impossibile Callegari ha iniziato da mesi un’intensa e specifica preparazione, assistito da un’equipe speciale – dal dottor Giulio Roi, direttore del centro studi Isokinetic all’ex campione di nuoto Marco Bellino; dal nutrizionista Antonio Benetti al maestro di yoga indiano Raju Paithankache – che l’ha portato fino al test in acqua di Lignano, prima vera prova per verificare l’efficacia del lavoro svolto in questi mesi.

Il programma del 10 luglio prevede il ritrovo alle 8.00 al pontile di Porto Marina Uno e la discesa in acqua alle 9.00 assistito da un’imbarcazione di supporto di Mister Blu e da un kayak. Arrivo previsto, dopo 8 ore di nuoto consecutive, verso le 17.00 sulla spiaggia. Subito dopo, presso il Bar Tenda di Piazza Marcello d’Olivo si terrà un incontro con il pubblico e la stampa per il racconto a caldo delle prime sensazioni.

Invito_Callegari Lignano-Sabbiadoro

CENTOCINQUANTUNESIMO GIORNO – THE END

Kanyakumari, Cape Comorin… con immensa soddisfazione e commozione dopo 150 giorni di avventure allo stato puro, ho raggiunto la meta finale concludendo così questa mia impresa sportiva ai limiti.

In questi cinque mesi passati e appena conclusi ho scalato impervie montagne sulla catena himalyana salendo e scendendo da creste di ghiaccio, rocce di porfido, morene, ripidi pendii nevosi, il tutto ad altissime quote… ho “combattuto” per molti giorni contro una burocrazia folle, impazzita, apparentemente senza regole per riottenere un nuovo visto India, ho lottato con tutte le mie forze correndo per Kathmandu tra ambasciate ed uffici tra i diversi periodi di festività nazionali… quando è giunto il momento di partire, di riprendere in mano quell’avventura momentaneamente in bilico mi sono ritrovato a pedalare attraverso le montagne e i villaggi nepalesi nei giorni di scontri armati lungo le strade con attacchi da armi da fuoco e bombe tra manifestanti ed esercito per il delicato periodo di elezioni nazionali… uscito dal Nepal sono entrato in India e da subito mi sono scontrato con una realtà molto difficile con un popolo pressante, invadente e snervante ed una povertà ai limiti dell’immaginazione… ho così puntato la mia biciletta in direzione ovest pedalando per oltre 1.000 chilometri attraversando le sterminate e fertili pianure indiane chiuse tra i due fiumi sacri per eccellenza… nell’estremo ovest, vicinissimo al martoriato confine con il Pakistan mi sono infiltrato in totale autonomia attraverso le aride sabbie del remoto deserto del Thar rimanendo al suo interno per 6 lunghi giorni di pura sopravvivenza… la marcia è poi ripresa verso sud in direzione della costa e del mare Arabico che ho raggiunto durante la fine dell’anno… in questi successivi 800 chilometri, il mio stato di salute ha avuto un serio attacco, con gravi problemi allo stomaco, all’intestino, con vomito, vertigini, febbre alta, sdoppiamento di immagini, eruzioni cutanee, stanchezza eccessiva che mi hanno portato ad una debilitazione grave, ma sfruttando poi tutte le forze che la mente è in grado di generare, ho continuato il mio sforzo estremo riuscendo comunque a coprire i chilometri giornalieri, raggiungendo gli obiettivi malgrado il clima umido con temperature mai al di sotto dei 45°C… mantenendo questa mia marcia verso sud, dopo un netto miglioramento delle condizioni di salute, mi sono addentrato attraverso la Konkan Hills, un’area montuosa ricoperta di fitta giungla, isolata ed inospitale per noi essere umani ma estremamente adatta alla vita di grossi felini, serpenti, coccodrilli, scimmie, pipistrelli, ragni e infinite altre specie animali… ho così raggiunto l’oceano Indiano e dopo aver adagiato la bicicletta sulla sabbia sono corso verso le sue tiepide ma insidiose acque tuffandomi a pieno petto quasi come un gesto liberatorio e di sfogo, le sue grosse e lunghe onde mi hanno però subito fatto capire che anche qui è meglio non abbassare la guardia… ho seguito poi la costa continuando a pedalare verso sud attraverso verdi colline puntellate da palme da cocco e ricoperte da piantagioni di te, caffè e spezie di ogni genere… ho così raggiunto alle ore 3:45pm locali del 29 gennaio 2014 la mia meta, posta nel punto più a sud dell’intero sub continente indiano, Kanyakumari. Ho pedalato per 4.877 chilometri, ho raggiunto la massima quota di 7.150 metri, ho subito la forte morsa del freddo con temperature minime di -28°C, ho sudato i caldi umidi e secchi con temperature massime di 49°C, sono stato spazzato da venti gelidi ed intensi, sono rimasto a quote altissime per 40 giorni, ho pedalato senza sosta per 74 giorni e sono rimasto “solo” tra i miei silenzi, le mie paure, i mie sforzi, i miei sorrisi, le mie lacrime, le mie incazzature, le mie ricerche di ossigeno, di caldo e di fresco per 153 giorni.

Troppa gente, troppe persone mi sono state “vicine” e mi hanno supportato a distanza per poterle ringraziare tutte singolarmente… voglio però fare un ringraziamento a tutti voi amici miei che da anni mi seguite in queste mie avventure, ringrazio gli sponsor che continuano a credere in me, ringrazio le mie manager per i sostegni, i consigli e tutto il lavoro svolto, ringrazio la Provincia di Pordenone sempre presente… ma più di tutti in assoluto ringrazio i miei genitori, due persone speciali e straordinarie, senza il loro aiuto e sostegno di certo non sarei arrivato a questo punto e per finire ringrazio una persona speciale che, a modo suo, mi è stata vicina soffrendo insieme a me questo lungo e tormentato viaggio.

Danilo

PS: il rientro in Italia è fissato per domenica 2 febbraio alle ore 1:40pm (ora italiana) con atterraggio presso l’aeroporto Marco Polo di Venezia

29-01-2014 Kanyakumari (India) – Danilo Callegari è arrivato a Kanyakumari – India, portando a termine la sua avventura

5 febbraio 2014, ore 11:00
UFFICIO DELLA PROVINCIA DI PORDENONE
Largo San Giorgio, 12 c/o Sala Stampa della Provincia

Il 29 gennaio 2014 Danilo Callegari arriva a Kanyakumari – India, portando a termine la sua avventura. Pochi giorni dopo il suo rientro in Italia, ancora provato dallo sforzo estremo, ci racconterà del tentativo di vetta dello Shisha Pangma (8.027 m. Tibet) e dei quasi 5.000 km in bicicletta da Kathmandu – Nepal fino alla punta estrema meridionale dell’India.

“In questo lungo viaggio ho scalato montagne, ho combattuto contro una burocrazia folle, ho solcato foreste, ho attraversato aridi deserti, ho percorso lunghe strade su fertili pianure, mi sono tuffato nell’Oceano. Ho vissuto la popolazione, la gente con tutti i suoi usi e costumi, spesso scontrandomi, chiudendomi a loro per poi riaprirmi, litigandoci e subito dopo ridendo insieme. Ho sofferto la fatica, il caldo umido, le alte quote, il caldo secco, i forti venti, le strade tortuose. Ho visto e incontrato un’incredibile varietà di specie animali.
Ma più di tutto ho avuto l’ennesima conferma che tenacia, forza di volontà e perseveranza portano inevitabilmente a ottenere dei grandi risultati.”

Così Danilo descrive la sua avventura di oltre 5 mesi, ancora provato dallo sforzo estremo.
Danilo è partito il 3 settembre per un’ ambiziosa avventura: raggiungere la vetta dello Shisha Pangma (8.027 m – Himalaya, Tibet) in stile alpino, senza avvalersi di ossigeno supplementare, di portatori d’alta quota, né di corde fisse, per poi percorrere in bici i quasi 5000 km che separano la catena Himalayana da Kanyakumary, all’estremo sud dell’India.
Nel corso della sua permanenza in Tibet, Danilo ha tentato con tutte le sue forze di raggiungere la vetta dello Shisha Pangma, ma è stato costretto a rinunciare a causa delle pessime condizioni metereologiche e della grande quantità di neve lungo la via.

Al suo rientro a Kathmandu, dopo una pausa forzata di circa venti giorni in attesa di un nuovo visto indiano, è partito in sella alla sua bicicletta in un momento di particolare tensione in Nepal, con le strade pattugliate da militari armati per i disordini scatenati dalle elezioni politiche. Entrato in India, ha percorso in direzione ovest più di mille chilometri, attraverso le fertili pianure tra i fiumi sacri, passando per Agra, fino a inoltrarsi nel lontano e remoto Deserto del Thar al confine con il Pakistan.

Ha affrontato 6 giorni nel deserto in completa autonomia, caricando sulla bici le scorte di acqua e di viveri necessari. E’ stato costretto a spingere la sua bicicletta per molti chilometri a causa della grande quantità di sabbia sul percorso che rendeva impossibile stare in sella. Ha pedalato in media 8 ore al giorno, dall’alba fino al calare del sole per poi trascorrere le notti nella sua tenda, con escursioni termiche di 40° tra giorno e
notte. Superato il Deserto del Thar, Danilo Callegari è uscito dallo Stato del Rajastan ed è entrato in quello del Gujarat, raggiungendo per la prima volta il mare verso la fine dell’anno.

Durante le festività natalizie ha avuto problemi di salute, con febbre alta e seri disturbi allo stomaco. Nonostante questo, ha continuato ad andare avanti, faticando anche solo a salire in bicicletta, ha perso molti chili e ha avuto una forte debilitazione.
Con l’entrata nello Stato di Maharastra le sue condizioni fisiche sono decisamente migliorate. Ha raggiunto la città di Mumbai e si è inoltrato per dieci giorni all’interno del Konkan, un’area geografica a carattere montuoso ricoperta da una foresta molto fitta. Entrato nel piccolo stato di Goa, dopo un giorno di salite e discese, ha finalmente toccato le tiepide acque dell’Oceano Indiano.
Passando per gli stati del Karnataka e del Kerala ha pedalato su colline verdissime, affacciate sull’Oceano e ricoperte da piantagioni di te, caffè e ogni altro tipo di spezie.
Il 29 gennaio con l’arrivo a Kanyakumari (Stato del Tamil Nadu), Danilo Callegari ha ufficialmente portato a termine il suo progetto. Il 2 febbraio rientrerà in Italia.

Alcuni numeri del progetto:
-­‐ Chilometri totali pedalati: 4.877
-­‐ Temperatura minima registrata: -28°C
-­‐ Temperatura massima registrata: 49°C
-­‐ Quota massima raggiunta: 7.150 m
-­‐ Quota minima: 0 m
-­‐ Giorni per coprire l’intera distanza: 74
-­‐ Giorni complessivi dell’intero viaggio: 153

 

 

21-01-2014 L’IMPRESA DI DANILO CALLEGARI

Danilo Callegari, alpinista professionista e grande appassionato di sport estremi, sta per completare la sua straordinaria impresa. Partito lo scorso 3 settembre, con il progetto “Shisha Pangma” è ormai in dirittura d’arrivo per una missione che all’inizio sembrava quasi impossibile.

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16-01-2014 Danilo ha superato la soglia dei 3500 km

Goa (India), 14 gennaio – Danilo ha ormai superato la soglia dei 3500 km in bicicletta e ha raggiunto le acque dell’Oceano Indiano.

Superato il Deserto del Thar, Danilo Callegari è uscito dallo stato del Rajastan ed è entrato in quello del Gujarat, che ha attraversato raggiungendo il primo assaggio di mare durante la fine dell’anno. Lungo le festività natalizie ha avuto parecchi problemi di salute, con febbre alta e seri disturbi allo stomaco. Nonostante questo, ha continuato ad andare avanti per circa 800 km, faticando anche solo a salire in bicicletta, ha perso molti chili e ha avuto una forte debilitazione. Il tutto complicato da un clima molto umido con temperature
oltre i 40°C. Con l’entrata nello stato di Maharastra le sue condizioni fisiche sono decisamente migliorate. Ha raggiunto la città di Mumbai e si è infilato per dieci giorni all’interno del Konkan, un’area geografica a carattere montuoso ricoperta di fittissima foresta.

Il clima via via si è fatto meno umido, permettendogli di affrontare le innumerevoli salite con meno fatica, anche se le temperature si sono mantenute sempre attorno ai 40°C con la punta massima registrata di 49°C. Lasciato lo stato del Maharastra è entrato nell’esotico e piccolo stato di Goa. Dopo un giorno di salite, discese e una giungla costellata di templi e chiese, ha finalmente toccato le tiepide acque dell’Oceano Indiano.

Un grande obiettivo è stato raggiunto. Si è concesso due giorni di riposo per riprendere le energia in vista dello scatto finale verso la tanto ambita meta di Kanyakumari e oggi ha ripreso la discesa verso sud.
Il rientro in Italia è ormai vicino. Il 2 febbraio rimetterà i piedi in Patria.

 

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CENTOTRENTUNESIMO GIORNO – GOA

Sono ormai passati parecchi giorni dall’ultimo aggiornamento su questo diario e di cose ne sono successe molte. Ero appena uscito dal deserto del Thar e dopo un giorno di riposo ho ripreso la mia lunga marcia verso sud, ho finito di attraversare lo stato del Rajastan e sono entrato nel Gujarat che ho attraversato raggiungendo il primo assaggio di mare durante la fine dell’anno. Con il primo giorno del 2014 sono ripartito entrando nello stato di Maharastra e raggiunta la città di Mumbai mi sono infilato per dieci giorni all’interno del Konkan, un’area geografica a carattere montuoso ricoperta di fittissima foresta che accoglie le più svariate specie animali dell’India. In questa zona vivono molti tipi di serpenti tra i quali il famoso cobra dagli occhiali e il cobra reale… moltissime specie di insetti, ragni e lucertole, scimmie di ogni tipo e il pericoloso leopardo. Questo grosso felino è al secondo posto nella lista stilata dal National Geographic tra gli animali che mietono più vittime umane all’anno. Raccontarvi tutto ciò che ho passato sarebbe impossibile quindi mi limiterò a parlare degli ultimi giorni e dell’arrivo qui a Goa. Entrato in Maharastra ho da subito apprezzato un netto cambiamento nella gente, molto più riservata, educata e rispettosa. Ma il grande salto è stato fatto grazie ad una mia ripresa dello stato di salute che purtroppo mi ha visto in serie difficoltà per circa 800 chilometri lungo tutte le festività natalizie. In quei giorni oltre alla febbre alta, avevo nausea, vomito e forti disturbi intestinali e allo stomaco, in più mi era uscita un’allergia cutanea su gran parte del corpo. Malgrado tutto ciò ho continuato ad andare avanti faticando spesso anche solo a salire in bicicletta, ho perso molto chili che ora sto piano piano riprendendo, ho avuto una forte debilitazione. A tutto questo va aggiunto un clima umido con temperature oltre i 40°C. Una discreta schiera di farmaci mi ha sicuramente aiutato. Ora sto bene, mi sono ripreso e ho affrontato le dure salite nel modo migliore, con lo spirito giusto.

Il Konkan, un luogo affascinante dove la Natura avvolge e travolge e dove la gente, stipata nei piccoli villaggi sopravvive ai ritmi che la giungla impone. Il clima via via si è fatto meno umido permettendomi di affrontare le innumerevoli salite con meno fatica anche se le temperature si sono mantenute sempre attorno ai 40°C con la punta massima registrata di 49°C. Lungo questo particolare percorso ho anche fatto un incontro molto particolare. Da Jaisalmer (Rajastan) sono partiti 80 APE tutti ben dipinti nei modi più particolari guidati da gruppetti di ragazzi e ragazze da ogni parte del mondo con meta la città di Kochi nell’estremo sud dell’India, il tutto per un’opera benefica tramite svariate associazioni per aiutare i bambini indiani. Lasciato lo stato del Maharastra sono entrato nell’esotico e piccolo stato di Goa. Dopo un giorno di salite, discese e una giungla costellata di templi e chiese ho toccato ieri sera le tiepide acque dell’Oceano Indiano, un grande obiettivo è stato raggiunto. Mi sto “regalando” due giorni di riposo già calcolati da programma per riposare e riprendere le energia in vista dello scatto finale verso la tanto ambita meta.

La giornata di oggi l’ho passata tra spiaggia, sole e onde oceaniche. Dopodomani ripartirò continuando la mia discesa verso sud. Il rientro in Italia è ormai vicino… il 2 febbraio rimetterò i piedi nella mia amata Patria.

Un grandissimo saluto a tutti voi dal sole di Goa,

Danilo

PS: le foto qui sotto sono state scattate negli stati di Gujarat, Maharastra e Goa

18-12-2013 DANILO CALLEGARI DESERTO DEL THAR

Jaisalmer (India), 18 dicembre – Danilo ha superato il Deserto del Thar e ha così concluso la traversata est-ovest dell’India in bicicletta. Raggiunta la città di Jaisalmer, oggi è ripartito in direzione sud. Dovrà pedalare per circa altri 2.500 km prima di raggiungere la sua meta finale: Kanyakumari.

Con il superamento del Deserto del Thar (India) e il raggiungimento della città di Jaisalmer al confine con il Pakistan, Danilo ha concluso la lunga traversata est-ovest dell’India, percorrendo 2.000 km in sella alla sua bicicletta.
“Sabbia, molta sabbia… sabbia finissima color biscotto che alzata dal vento entra ovunque, nelle scarpe, negli occhi, in gola, all’interno della narici… che si appiccica fastidiosa sul collo e sulle braccia sudate mentre imperterrito spingo la mia bicicletta con oltre 60 chilogrammi di carico”, ecco come Danilo descrive i giorni passati da solo in mezzo al deserto.
Orientarsi all’interno del deserto non è stata un’impresa semplice. Le piste al suo interno vengono create da dromedari e particolari fuoristrada che entrano per portare i tecnici addetti alla manutenzione delle pale eoliche poste verso la fine di questa distesa desertica. Per questo motivo le piste sono mutevoli e le carte geografiche a disposizione non del tutto affidabili. “Per orientarmi mi sono fidato del mio senso dell’orientamento e ho usato il sistema GPS incrociando i dati sulle carte geografiche che avevo con me, in diversi momenti della giornata, per fare il punto della situazione e capire dove mi trovavo precisamente” spiega Danilo.
Danilo ha pedalato in media 8 ore al giorno, percorrendo un totale di 350 km. Ha affrontato 6 giorni nel deserto in completa autonomia, caricandosi sulla bici le scorte di acqua e di viveri necessari. Grazie anche all’esperienza fatta negli anni precedenti, ha deciso però di partire con un carico di acqua e di cibo ridotto al minimo (9 litri di acqua, 15 pacchetti di biscotti, frutta e verdura) per non rallentare troppo il ritmo di marcia.
Nonostante questo, è stato costretto a spingere la sua bici per molti chilometri, perché la grande quantità di sabbia sul percorso rendeva impossibile stare in sella, mettendo a dura prova non solo le gambe, ma anche la schiena, le braccia e le spalle.
L’escursione termica nel deserto è di circa 40°, con temperature minime che arrivano a 0° e massime che possono raggiungere i 47°. Per questo motivo è stato per Danilo fondamentale iniziare a pedalare all’alba e, al calar del sole, aver già allestito il campo e piantato la tenda per la notte.

“Per tre sere sono riuscito ad accendere del fuoco utilizzando delle sterpaglie e dei rami secchi trovati a terra, così da godermi al meglio la luccicante luna che puntuale ogni notte illuminava l’intera zona. Il silenzio del deserto, il particolare rumore del passaggio di dromedari, il sole che scende lento all’orizzonte come un’immensa palla infuocata di color arancione acceso e che al mattino di colore giallo, quasi bianco, mi sveglia scaldando l’aria fredda della notte… Il deserto è magia, che tu lo viva una volta nella vita o mille, poco cambia, il suo fascino indiscusso non può lasciare indifferenti.”

Superato il deserto del Thar e raggiunta la città di Jaisalmer, Danilo ha concluso la traversata est-ovest dell’ India. Oggi è ripartito in direzione sud. Dovrà percorrere circa altri 2.500 km prima di raggiungere la sua meta finale: Kanyakumari.

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CENTOCINQUESIMO GIORNO – DESERTO DEL THAR

6 GIORNI

350 CHILOMETRI

40°C ESCURSIONE TERMICA QUOTIDIANA

47°C TEMPERATURA MASSIMA REGISTRATA

0°C TEMPERATURA MINIMA REGISTRATA

9 LITRI D’ACQUA DI AUTONIMA

8 ORE AL GIORNO DALL’ALBA AL TRAMONTO

15 PACCHETTINI DI BISCOTTI SECCHI

18 UNITA’ TRA FRUTTA E VERDURA

3 BUSTE DI CIBO LIOFILIZZATO D’EMERGENZA

Pochi semplici dati per comunicarvi che ho portato a termine con successo la mia traversata del Deserto del Thar da est a ovest.

Miei carissimi amici, sono nuovamente qui davanti all’amato computer durante questo giorno di meritato riposo nella città di Jaisalmer, ai margini del deserto al confine con il Pakistan.

Lasciando l’ultimo villaggio abitato, raggiunto attraverso una strada asfaltata mi sono infiltrato all’interno di questo magnifico e difficile deserto attraverso una lunga pista da prima asfaltata in modo grezzo per poi passare a pista vera e propria di terra battuta, sterrato e sabbia. Ebbene si, sabbia, molta sabbia… sabbia finissima color biscotto che alzata dal vento entra ovunque, nelle scarpe, negli occhi, in gola, all’interno della narici… che si appiccica fastidiosa sul collo e sulle braccia sudate mentre imperterrito spingo la mia bicicletta con oltre 60 chilogrammi di carico. Ho passato molte ore giù dalla sella in quanto il difficile terreno mi rendeva impossibile pedalare, per questo motivo ho messo sotto sforzo oltre alla gambe, la schiena, le braccia e le spalle in modo particolare con un solo grande obiettivo: uscire ad ovest. Per orientarmi mi sono affidato al sistema GPS incrociando i dati sulle carte geografiche che avevo con me, in diversi momenti della giornata, per fare il punto di stazione e capire dove mi trovavo precisamente. Purtroppo le piste al suo interno vengono create da dromedari e particolari fuoristrada che entrano per portare i tecnici addetti alla manutenzione delle moltissime pale eoliche poste verso la fine di questa distesa desertica, per questo motivo diventano poco affidabili anche confrontandole con quelle segnate sulle carte in quanto mutevoli come gran parte delle piste. Motivo per cui spesso facevo affidamento al mio senso di orientamento cercando di mantenere la direzione ovest con l’angolo già calcolato in precedenza e procedere quindi in quella direzione. E’ un deserto particolare, pensate che l’ambiente è cambiato per ben tre volte, inizialmente ho trovato delle distese ondulate costellate da strane piante color verde oliva per poi imbattermi in infinite distese di terra e sabbia color ocra  puntellate qua e la da alberi tipici delle zone desertiche per poi passare ad affascinanti ma impegnative dune di sabbia che all’orizzonte si perdevano a vista d’occhio. Grazie anche all’esperienza fatta negli anni precedenti in questo genere di ambiente, ho deciso di partire con un carico esiguo sia di acqua che di cibo agevolando così il passo di marcia facendo affidamento sulla mia resistenza mentale e fisica alle condizioni difficili in ambienti estremi. In certe condizioni la testa rimane sempre l’arma migliore per uscire vivi da certi ambienti. L’escursione termica quotidiana è stata notevole ma al calar del sole avevo già posizionato il mio campo e piantato la tenda. Per tre sere sono riuscito ad accendere del fuoco utilizzando delle sterpaglie e dei rami secchi trovati a terra così da godermi al meglio la luccicante luna che puntuale ogni notte illuminava l’intera zona. Momenti magici, unici ed indimenticabili. Il silenzio del deserto, il particolare rumore del passaggio di dromedari, il Sole che scende lento all’orizzonte come un’immensa palla infuocata di color arancione acceso e che al mattino di colore giallo, quasi bianco, mi sveglia scaldando l’aria fredda della notte… si ero “isolato” nel senso che non c’erano persone nel raggio di tanti e tanti chilometri (a parte un paio di piccolissimi villaggi verso la fine, di gente che vive qui da molte generazioni) ma ero nel “mio” ambiente, nel mezzo di quella Natura che tanto amo! Il deserto è magia, che tu lo viva una volta nella vita o mille, poco cambia, il suo fascino indiscusso non può lasciare indifferenti.

Con l’uscita dal deserto e con il raggiungimento della città di Jaisalmer, ho portato a termine la lunga traversata est-ovest dell’intera India. Da domani riprenderò la marcia verso SUD fino alla meta finale: Kanyakumari.

Un grande saluto amici miei,

Danilo