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Eccomi amici miei… sono rientrato a Santiago. Con questa ultima pagina di diario sulla salita all’Aconcagua mi limiterò a raccontarvi il giorno del raggiungimento della cima e l’indomani col raggiungimento del campo base e quindi il rientro in elicottero.

“Sono le ore 03:00am ed ecco che, come faccio da ogni minuto, guardo l’orologio… è ora di alzarsi Danilo (ovviamente parlo con me stesso). Esco lentamente dal mio involucro tiepido e malgrado sia “avvolto” da piuma d’oca sento il freddo ovunque. L’interno della mia tendina è ricoperto di finissimo ghiaccio ed ogni folata di vento lo fa ricadere su di me. Fino a circa mezz’ora fà una bufera ha portato su tutto l’ambiente circostante vento, freddo e abbondante neve. Lentamente apro la cerniera della mia “porta di casa”… un quarto di luna calante ed una stellata come non ho mai visto prima d’ora in vita mia mi riempiono gli occhi. Stupefaciente! A seimila metri non potrebbe essere diversamente. Impiego un’ora ad infilarmi i pantaloni in gore-tex e gli scarponi. Ogni cinque secondi di lavoro a mani nude ne seguono almeno trenta di riscaldamento delle mani con guanti addosso. Alle 04:00am eccomi pronto a muovere. Uscito dalla tenda, nel quasi buoio totale, utilizzando il GPS mi dirigo verso il Ghiacciaio dei Polacchi. Il lungo traverso mi mantiene con se per cinque lunghe ore con una neve alta fino quasi all’inguine. Fatico a procedere ma riesco comunque a portarmi alla sua fine a quota 6.200 metri. Nel frattempo il tiepido sole sale oltre l’orizzonte. L’intera Cordigliera si apre davanti al mio sguardo. Uno spettacolo incantevole. Malgrado il freddo, rimango diversi minuti ad ammirare quanto è magnifica questa Natura. Procedo attraverso un tratto di misto portandomi quindi sulla cresta ovest. Un altro lungo tratto di misto a parti molto esposto, dove la neve non manca mai, mi porta verso l’ultimo tratto in direzione della sudata cima. Ogni tre o quattro passi sono costretto a diversi minuti di forzato riposo per la mancanza di ossigeno. Mi sento un automa. Il meteo si mantiene variabile, enormi nuvoloni grigi lasciano spazio ad ampie schiarite. Il vento si mantiene moderato. Davanti a me molte persone fanno ritorno non avendo raggiunto la cima. Troppo dura, troppo difficile… altri la raggiungono in piene forze ed altri purtroppo arrivano fin su senza pensare che manca ancora tutto il rientro, probabilmente la parte più difficile ed insidiosa. Dopo un lungo tratto di cresta sommitale tra ghiaccio, roccia e nuvole alle 15:27 del 19 gennaio 2012 raggiungo la tanto voluta e sognata cima del Cerro Aconcagua alla quota di 6.962 metri. Indescrivibili le emozioni provate. Ho pianto, ho riso, ho pensato a tutta la strada fatta per arrivare fin quassù… mille emozioni ingarbugliate tra loro. Dopo circa quaranti minuti decido di scendere e cominciare quiundi il rientro al campo 2. A circa cento metri sotto la vetta noto davanti a me due scalatori in serie difficoltà. Barcollano, faticano a reggersi in piedi e il primo davanti a me cade verso il dirupo fermandosi casualmente poco prima degl’oltre mille metri di vuoto. Immediatamente vado in suo soccorso con una corda. Facendola breve, con grandissima fatica, a passi lenti e sotto un cielo nero in continuo peggioramento con quasi assenza di visibilità riesco ad accompagnarli giù al loro accampamento a 5.500 metri. Con un terribile freddo addosso e ormai molto tardi come orario, risalgo fino a quota 6.200 metri per riaffrontare il difficile Ghiacciao dei Polacchi e rinetrare alle ore 21:00 circa alla mia tenda al campo 2. Ho freddo, sono stanco, la temperatura esterna è di -35°C, il sacco a pelo è semighiacciato. Mi infilo subito dentro con la speranza di scaldarmi ma… niente. Verso le 08:00am mi sveglio e purtroppo mi trovo costretto a constatare che quelle troppe ore passate a basse temperature e a quote alte mi hanno fatto perdere la sensibilità alle dita dei piedi procurandomi un principio di congelamento. Cerco di fare il possibile per riportare la circolazione ma senza alcun effetto. Decido quindi di smontare il campo e con grandissima fatica scendo sulle mie gambe i duemila metri di dislivello tra neve, ghiacci e roccia fino ai 4.200 metri del campo base. Un medico mi visita e immediatamente mi ritrovo seduto sull’elicottero che mi accompagnerà a quota 2.550 metri a Los Relincos…”

Il resoconto più dettagliato con emozioni e difficoltà vissute cercherò di raccontarlo attraverso le serate di presentazione dell’intero viaggio.
Un grazie va a tutti coloro che mi hanno seguito lungo questa scalata alla montagna più alta di tutte le Americhe.

23 commenti su “ACONCAGUA 13 – conclusione

  • Daniele ha detto:

    Ciao Danilo complimenti x la tua grande impresa ,spero che i tuoi piedi stiano meglio ,abbiamo letto i tuoi aggiornamenti tutti i giorni e ti siamo stati sempre vicino , grazie x le grandi emozioni che ci hai regalato, non vediamo l’ora di riabbracciarti, a presto Daniele

  • letizia ha detto:

    mamma mia che sollievo finalmente!!!!!! non pensavo che l’avrei mai detto ma non vedo l’ora de rivederte rogna!!!!!!!!anche la vale carlo paolo la consu celso la graziella e la MARTA!!!!!!!
    quindi caro il mio danilo ci vediamo martedi!!!

  • Danilo ha detto:

    Grazie di cuore Daniele… lo stesso vale per me, non vedo l’ora di riabbracciarvi.
    A presto

  • Andrea ha detto:

    Ciao Danilo, complimenti per il 6.962. e per il 9.000. mi riferisco al soccorso (che non è da tutti a quelle quote, dove per chi ha provato, si diventa molto individualisti). Complimenti ancora. A presto.

  • Negro Gianluca ha detto:

    Complimentoni Danilo!!!!!! Ti abbiamo seguito passo passo, ed è stato parecchio entusiasmante!!! complimenti ancora e ti aspettiamo!!!! saluti da tutto lo staff Solaria!

  • Danilo ha detto:

    Ah ah ah vedi come tutte le “rogne”, quando mancano se ne sente subito la mancanza 😀
    A presto ed un grande abbraccio a tutti voi!!!

  • Danilo ha detto:

    Ciao Andrea, come sempre i tuoi consigli e messaggi hanno per me un valore speciale ed unico. Grazie di cuore. A presto mio grande amico

  • Danilo ha detto:

    Ciao Gianluca, grazie mille. A presto. Un abbraccio a tutto lo staff Solaria

  • mavis ha detto:

    Ho letto con trepidazione il tuo ultimo resoconto di viaggio: missione compiuta, pur con i problemi di cui parli. I tuoi piedi torneranno in splendida forma, pronti a ripartire per un’altra meta. Con calma però. Intanto ti aspettiamo qui e ti abbracciamo Mavys e zia Rosina

  • natale ha detto:

    A dir poco grandioso quello che hai fatto.
    Eccezionale!
    Ho la netta sensazione, come si parlava prima del viaggio, che questa impresa sia stata una sorta di passepartout fondamentale per il futuro.
    Abbinare discipline sportive così diverse, negli elementi terra-aria-acqua, è un’abilità e privilegio che pochi al mondo possono vantare.

    Spero sia niente di grave il problema che hai al piede.

    A presto.

  • Ilenia ha detto:

    che grande grandissima emozione, mi viene quasi da piangere perché immagino la tua soddisfazione! Non vedo l’ora di assistere ad una tua presentazione, stavolta non la devo perdere assolutamente! E bravo Danilo!!!!

  • daniele quo vadis ha detto:

    non ho parole Danilo, il tuoi racconti mi ricordano i vecchi e veri esploratori di una volta. Puoi ritenerti uno di loro. Avrai moltissimo da raccontare e da far vedere.
    Con grande ammirazione.

  • Manu&Manu (Pioppi) ha detto:

    GRANDEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
    A PRESTO…… 🙂

  • Danilo ha detto:

    Cara Mavis, per me è un vero piacere che tu e la zia seguiate questo mio viaggio…
    Spero di rimettermi in forma presto con i piedi. Grazie per i bei messaggi di sostegno che mi hai inviato.
    Un abbraccio a te e alla zia…
    A presto

  • Danilo ha detto:

    Ciao Nata!!!! Si ricordo che ne parlevamo poco prima della mia partenza.. mah in parte lo spero tanto. Quando tornerò vedremo come andranno le cose. Comunque una cosa è certa: sensazioni, emozioni e conoscenza di me stesso grazie a questa splendida avventura rimarranno impresse in me per tutta la vita. Questo è una fortuna di valore inestimabile. Amo la Natura e poter unire più discipline sportive a contatto con i tre elementi è per me un onore.
    A presto Nata
    PS: prepara le carte 🙂

  • Danilo ha detto:

    Ciao Ilenia, si devo ammettere che l’emozione nel raggiungimento della cima è stata forte, non solo per il raggiungimento in se e per se ma perchè chiudeva in un certo senso il “cerchio” dell’intero viaggio. In un attimo ho ripercorso mentalmente tutti i giorni, i chilometri, fatiche e soddisfazioni che mi hanno, alla lentezza di una lumaca, portato fino al tetto delle Americhe.
    Ti aspetto alle serate di presentazione del viaggio.
    A prestoooooo

  • Danilo ha detto:

    Caro Daniele, ciò che hai scritto mi lusinga moltissimo, grazie di cuore.
    Non vedo l’ora di passare del tempo all’interno della tua magnifica libreria e raccontarcela davanti ad una buona tazza di caffè…
    A presto amico mio

  • Danilo ha detto:

    Pioppiiiiiiiiiiiii….. grazieeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee
    A prestissimo 😉

  • Mauro ha detto:

    Grande Dan!!!!!!!!!!!!!!!!tra poco ci vediamo!!!!! il sigaro te lo sei proprio meritato!!!!

  • Danilo ha detto:

    Grazie mille Maurooooooooo… pronto per il polletto al befed?:)
    A presto amico mio

  • Piero ha detto:

    ribadisco la mia ammirazione per l’impresa!!!!!!
    grande Danilo e ancora complimenti!!!!!!!!

  • Danilo ha detto:

    Grazie mille Piero…

  • Mauro ha detto:

    non vedo l’ora… un bel pollo e una bella birretta!!! ciao bestia!!!

  • I commenti sono chiusi.

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